Cosa resterà di me

Capsula del tempo

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La mia capsula del tempo
Cosa resterà di me? Forse, questo. Una scatola. Un momento. Una voce dal passato.

Sono passati vent’anni.
E oggi, per la prima volta, ho aperto la mia capsula del tempo.
Non so bene cosa mi aspettavo.
Una sorpresa? Un colpo al cuore? Un sorriso?
La verità è che ho trovato tutto questo insieme. E molto di più.

Era una semplice scatola di legno chiaro, decorata con delle piccole stelle adesive che brillano ancora un po’.
L’avevo nascosta nella soffitta dei miei genitori, dietro una vecchia valigia blu. Nessuno l’aveva mai toccata. Nemmeno io.

Mi siedo per terra, come si fa quando si è bambini.
Le mani tremano leggermente.
Il silenzio nella stanza è profondo, come se anche il tempo stesse aspettando con me.
Poi la apro.

In cima, c’è una lettera.
Scritta da me, a diciott’anni.
“Ciao, io sono te. Ma più giovane. Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che ce l’hai fatta. Che sei sopravvissuta. E io sono orgogliosa di te, anche se non so ancora chi sei diventata.”

Già queste prime righe mi tolgono il fiato.
Riconosco la mia calligrafia incerta, fatta di lettere grandi e tonde.
Leggo le righe una dopo l’altra. La me stessa del passato mi fa domande, mi dà consigli, mi ricorda i sogni che avevo: scrivere un libro, fare un lungo viaggio in Asia, essere libera.

Trovo poi una foto.
Siamo io e i miei fratelli, Marco e Filippo.
Loro due mi tengono in mezzo, uno a destra e uno a sinistra. Avevo tredici anni, forse.
Ridevamo.
Io li guardavo come si guardano gli eroi nei film. Loro erano più grandi, più sicuri, più coraggiosi.
Adesso li sento spesso, ma non è più lo stesso.
Crescendo, ognuno ha preso una strada. Ma quella foto… mi riporta esattamente lì: a quel giorno d’estate, al sapore dei ghiaccioli alla menta, alla spensieratezza di tre fratelli sotto lo stesso cielo.

Continuo a scavare nella scatola.
Trovo un braccialetto di stoffa, intrecciato con fili rossi e gialli.
Lo avevo ricevuto durante un campo estivo, dove mi ero innamorata per la prima volta.
Non di una persona, ma della libertà.
Ricordo la notte in tenda, il cielo pieno di stelle, il silenzio immenso.
E quella sensazione: io, il mondo, e nient’altro.

Poi un piccolo diario.
Una lista di desideri scritta in una sera di pioggia:

  • Vivere in un altro Paese
  • Diventare una persona gentile
  • Non dimenticare da dove vengo
  • Scrivere, sempre
  • Parlare con la voce del cuore

Alcuni sogni si sono realizzati.
Altri si sono trasformati.
Altri ancora sono lì, ad aspettarmi. Ma non mi sento delusa. Anzi, mi sento… riconoscente.

Alla fine trovo un biglietto da cinema, una conchiglia, e un CD con delle canzoni registrate da me con il vecchio registratore di mio padre.
Non ho più un lettore CD, ma solo tenere quel disco tra le mani è un tuffo nel tempo.

Mi accorgo che non sto piangendo.
Sto sorridendo.
E sento una grande tenerezza per quella ragazza che ero.

Ho deciso: creerò una nuova capsula del tempo.
Per me stessa, per i miei futuri figli, o semplicemente per lasciare un segno nel tempo.

Perché adesso so una cosa:
non siamo solo quello che diventiamo, ma anche quello che abbiamo amato.


🧠 Esercizi

1️⃣ Grammatica – Verbi al passato prossimo o imperfetto

Completa con il tempo verbale corretto:

  1. Quando io ______ (aprire) la capsula del tempo, le mani ______ (tremare).
  2. La scatola ______ (essere) decorata con piccole stelle.
  3. Io e i miei fratelli ______ (ridere) come bambini.
  4. Nel diario io ______ (scrivere) tutti i miei sogni.
  5. Non ______ (piangere), ma ______ (sorridere).

2️⃣ Lessico – Trova il sinonimo

Trova un sinonimo per queste parole usate nel racconto:

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